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Scuola e formazione | 04 marzo 2020, 18:28

Scuole chiuse fino al 15 marzo, la Regione chiede al Governo 33 milioni per la didattica online

E' durata circa 3 ore la riunione tra l'assessore Marnati, TopIx e Csi, che insieme a Miur e Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo formeranno una tarsk force su questi temi. Al via un censimento per capire la situazione degli istituti

Scuole chiuse fino al 15 marzo, la Regione chiede al Governo 33 milioni per la didattica online

Didattica online per contrastare i rallentamenti delle lezioni a causa del Coronavirus. Proprio nelle ore in cui da Roma arriva la conferma della chiusura fino al 15 marzo di tutte le scuole, la Regione ha deciso di istituire una task force per accompagnare i vari istituti nella transizione digitale e per censire quelli che hanno già avviato l'insegnamento tramite Internet.

E' quanto emerso oggi dall'incontro - convocato con urgenza questa mattina dall'assessore regionale all'Innovazione e ai Servizi digitali Matteo Marnati - con i vertici dei consorzi TopIx e Csi per mettere a punto un piano urgente che consenta ai docenti e agli studenti di svolgere l'attività didattica con videoconferenza, in caso di ulteriori giorni di chiusura dei plessi scolastici. Con loro, in attesa di conoscere il decreto ancora in aggiornamento per il contenimento della diffusione del Coronavirus, anche Miur e Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo.

Intanto, già nella giornata di domani proprio Marnati invierà al governo una richiesta formale per mettere a disposizione del Piemonte i quasi 33 milioni di euro risparmiati dalla posa della Banda Ultra Larga. "Queste risorse - secondo l’Assessore - potrebbero essere utilizzate per le piattaforme pubbliche di formazione a distanza delle scuole medie superiori e inferiori oppure per l’attivazione dei voucher per servizi di connettività, allacciamento e pagamento dei canoni".

Ma per il censimento servirà l'aiuto dei singoli Comuni: saranno infatti i i sindaci a dover dare una mano per verificare la possibilità di mettere a disposizione locali connessi alla rete dedicati agli studenti che non sono in possesso di strumenti digitali per seguire l’attività didattica. I locali dovranno essere conformi alle disposizioni di sicurezza per evitare la diffusione dei contagi da COVID-19. Il Csi Piemonte integrerà il numero verde della Regione con un servizio dedicato alle scuole.

"Poter disporre di una banda larga moderna, efficiente e diffusa su tutto il territorio - aggiunge l'assessore regionale all'Istruzione - consentirebbe davvero al Piemonte di accelerare anche per quanto riguarda la scuola e l'istruzione. Situazioni di emergenza, come il coronavirus, dimostrano che l'alta velocità telematica può essere fondamentale anche per l'attività didattica, oltre che, ovviamente, per miriadi di altre applicazioni. Mi auguro che il governo accolga questa richiesta, che viene incontro alle esigenze anche di tanti territori ad oggi sostanzialmente isolati e che necessitano di una connessione veloce ed efficiente".

Tanti dunque, sul tavolo, i nodi da sciogliere su questo fronte. E soprattutto in attesa di indicazioni precise da Roma sia sull'effettiva chiusura delle scuole, sia sulle strade da seguire.

Non bisogna dimenticare, infatti, nella "corsa" all'insegnamento digitale, che al momento una soluzione di questo genere è decisamente più attuabile per realtà come il Politecnico di Torino (o la Bocconi, a Milano), dove le risorse tecnologiche dell'ateneo già permettono uno sviluppo digitale accentuato. E dove gli stessi studenti - aspiranti ingegneri, hanno più facilmente a disposizione la tecnologia necessaria per collegarsi alla Rete e gestire materiali e lezioni a distanza.

Decisamente più complesso attuare questo nelle scuole di ordine e grado inferiore: dalle superiori a scendere fino alle elementari. C'è un discorso di tecnologie a disposizione, ma al tempo stesso di materiale didattico e - non ultimo - di formazione degli insegnanti che fino a oggi sono stati chiamati a una metodologia di didattica (e di valutazione) decisamente diversa.

Infine, ma non per importanza, c'è l'elemento di "diffusione" della Rete: collegarsi a Internet, ormai, da pc o da mobile (tablet o cellulare) è un esercizio assolutamente quotidiano. Ma questo se si vive in zone urbane particolarmente interconnesse, mentre si fa via via più difficile nelle zone più isolate, specie per i piccoli comuni montani. Il famoso "digital divide", che a volte vede intere aree inserite in coni d'ombra del segnale televisivo. Figurarsi di Internet.

Ma visto che la Regione ha, per sua definizione, giurisdizione su tutto il territorio - sulla metropoli come sul paesino isolato - la decisione che deve essere presa ha bisogno di strumentazioni disponibili e accessibili a tutti. Ovunque ci sia una scuola.

Massimiliano Sciullo

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