- 15 giugno 2018, 19:44

Legge 194, Liberi e Uguali: "Indietro non si torna. Il Comune di Chivasso rimuova i manifesti antiaborto"

Sono apparsi a Chivasso alcuni manifesti del movimento per la vita, che associano l’interruzione volontaria di gravidanza alla soppressione di bambini.
Solo un mese fa, in vista della 'marcia per la vita', a Roma CitizenGO ha affisso una serie di manifesti che riportavano la frase: "l'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo”.

Ad aprile, sempre nella capitale, un maxi cartellone dall'associazione ProVita sulla facciata di un palazzo recava l'immagine di un embrione e il monito: "sei qui perché tua mamma non ti ha abortito".

“A ogni latitudine le spinte reazionarie antiabortiste tentano di riportarci indietro nel tempo” – dichiarano i consiglieri regionali di LeU Marco Grimaldi, Silvana Accossato e Valter Ottria – “Purtroppo per i movimenti per la vita, il vento soffia nella direzione opposta. Lo dimostrano Irlanda e Argentina (dove la Camera bassa ha appena detto sì all’aborto legale). Proprio perché non si torni indietro, a 40 anni dalla conquista civile che fu la legge 194, abbiamo presentato una delibera – accolta dalla Commissione Sanità – per far sì che tutti i presidi medici e tutte le Asl piemontesi possano garantire il rispetto della legge".

"Innanzitutto procedendo a una mappatura Asl per Asl della percentuale di obiezione e, nel caso in cui il personale obiettore superasse il 50%, attivando pratiche di mobilità e turn over o addirittura concorsi per medici che pratichino l’interruzione volontaria di gravidanza. Ora il Comune di Chivasso faccia il minimo che gli spetta: rimuova quei manifesti”.

c.s.