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Economia e lavoro | 21 gennaio 2020, 16:52

Martor, Grimaldi (LUV): "I lavoratori non possono essere gli unici a sostenerne i costi della crisi"

"Questa di Brandizzo è solo una delle molte aziende dell’indotto che stanno pagando la difficoltà della casa madre"

Martor, Grimaldi (LUV): "I lavoratori non possono essere gli unici a sostenerne i costi della crisi"

Oggi in Aula l’Assessora Chiorino ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, sugli esuberi tra i lavoratori della Martor di Brandizzo.

Come noto la Martor, società leader nella componentistica dell’automotive, è radicata da 40 anni nel territorio piemontese, tuttavia, a partire dal 2002, ha aperto tre stabilimenti in Polonia – il secondo nel 2012 e il terzo nel 2014 – e uno in India nel 2007.

“È evidente” – ha detto Grimaldi nel suo intervento – “che la strategia societaria per far fronte alla crisi del settore automotive sia stata quella di effettuare una progressiva delocalizzazione della produzione, con gli effetti devastanti sull’occupazione che ben conosciamo. Ed è solo una delle molte aziende dell’indotto che stanno pagando la crisi della casa madre”.

Lo scorso dicembre, infatti, la Martor ha depositato la domanda di concordato in continuità con l’intenzione di cessare l’attività e ha comunicato ai sindacati l’intenzione di avviare in tempi brevi la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 117 dipendenti, con la possibilità di trovare una soluzione solo per 45 di loro grazie alla cessione di un ramo alla T.Erre di Modena, anche se l’Assessora ha segnalato che agli atti dell’assessorato non è ancora pervenuta alcuna richiesta di licenziamento. Ha aggiunto che metterà in campo gli strumenti di ricollocazione a disposizione della Regione, come l’assegno, per tutto l’ambito dell’automotive.

“Siamo stati davanti ai cancelli della Martor proprio la vigilia di Natale. Nonostante i 23 giorni di presidio e lotta sindacale in cui, dopo avere trascorso forse il peggior Natale della loro vita, i lavoratori hanno avuto la generosità di tornare al lavoro solo per il bene dell’azienda” – ha proseguito Grimaldi, – “la dirigenza non recede dai suoi propositi e non si assume le sue responsabilità. Proprio oggi ha avuto luogo un incontro per trovare un accordo sulla gestione degli esuberi: i lavoratori che sarebbero assorbiti dalla T.Erre sono a quanto pare saliti da 45 a 47, mentre 8 sarebbero ricollocati in altre società del gruppo. Tuttavia non è certamente abbastanza; troppi rischiano di restare a casa, non avere scivoli per la pensione, essere in balia della lotteria dei possibili acquirenti".

"Per questo abbiamo chiesto alla Regione come intenda intervenire per evitare gli esuberi, bisogna convincere la Martor a riassorbire nelle sue aziende il maggior numero di dipendenti possibile”.

comunicato stampa

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