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Eventi | 22 novembre 2019, 07:00

Si apre il 37° Torino Film Festival: dall'horror al desiderio, travolti dalle "emozioni" di Verdone

La cerimonia inaugurale, questa sera, vedrà la proiezione al Cinema Massimo di “Jojo Rabbit” di Taika Waititi. Premiazione sabato 30 novembre

Si apre il 37° Torino Film Festival: dall'horror al desiderio, travolti dalle "emozioni" di Verdone

Si spengono le luci in sala, gli spettatori prendono comodamente posto e sul grande schermo iniziano a scorrere le prime immagini della pellicola più attesa dell’anno. Ritorna fino al 30 novembre l’appuntamento con il Torino Film Festival, giunto alla sua trentasettesima edizione e diretto da Emanuela Martini, che prende il via oggi con una serata d’apertura al Cinema Massimo e vedrà come guest director un attesissimo Carlo Verdone, con una mini-rassegna di cinque film, “Cinque grandi emozioni”, da lui stesso introdotti a ogni proiezione.

L’opera scelta per la cerimonia inaugurale della kermesse è “Jojo Rabbit” di Taika Waititi. Tratto dal romanzo “Caging Skies” di Christine Leunens, una satira sferzante e spiazzante del nazismo e dei suoi miti. Racconta la storia di un ragazzino di 10 anni che vive a Vienna con la mamma, rimasta vedova: dolce e un po' timido, ha fatto di Adolf Hitler il suo idolo, trasformandolo in un amico immaginario. La pellicola ha vinto il People's Choice Award all'ultimo Festival di Toronto e uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 23 gennaio 2020, distribuito da 20th Century FoxItalia. La chiusura è invece affidata a “Knives out” di Rian Johnson, con Daniel Craig nei panni di un detective che indaga sull'apparente suicidio di un ricco scrittore di romanzi gialli, morto quando tutta la sua famiglia era lì riunita per il suo ottantacinquesimo compleanno. Tra menzogne e reticenze, una commedia del sospetto ispirata ai “whodunit” di Agatha Christie, sulla falsariga di “Assassinio sull’Orient Express”.

La sezione competitiva “Torino 37”, riservata a opere prime, seconde o terze del cinema “giovane”, propone 15 film provenienti da 17 Paesi diversi, dall’Argentina alla Tunisia. A esaminarli, la giuria presieduta da Cristina Comencini. Come sempre variegata, la selezione di “Festa mobile” si snoda invece tra vicende personali o collettive, lo spirito e la storia di Paesi ed epoche. Gli spettatori troveranno coppie in fuga, come in “Dreamland” di Miles Joris-Peyrafitte, con una bellissima rapinatrice di banche (Margot Robbie) e un giovane agricoltore, che sognano il Messico e si nascondono nell'America della Depressione. O due ragazzi amici per la pelle che si scrollano di dosso la noia suburbana dell'Inghilterra anni ‘90 scappando di casa per raggiungere un rave, nel travolgente “Beats” di Brian Welsh. Coppie in nero in tre diversi thriller, tra cui “Spider in the Web” di Eran Riklis, dove Ben Kingsley, veterano del Mossad in un'ultima missione, si lascia sedurre dalla femme fatale Monica Bellucci. E coppie sbagliate, come quelle della provocatoria “Frances Ferguson”, di Bob Byington.

Al festival saranno inoltre celebrate due icone. La pittrice Frida Kahlo, simbolo di una tormentata coscienza femminile che si risveglia e combatte, narrata da Asia Argento in “Frida viva la vida” di Giovanni Troilo. E Ned Kelly, il fuorilegge che, alla fine dell'800, con la sua banda razziava l'Australia e combatteva gli inglesi, descritto con tocchi crudeli e allucinati in “True History of The Kelly Gang” di Justin Kurzel.

La personale, quest’anno, porta in nome della regista macedone Teona Strugar Mitevska, e presenta anche il film già portato all’ultima Berlinale, “God Exists, Her Name is Petrunija”. Giornata speciale sarà il "Soldati's Day", lunedì 25, interamente dedicata allo scrittore, regista, sceneggiatore, autore televisivo e viaggiatore, che si articolerà in una successione di proiezioni e interventi fino a sera.

Grande novità per la sezione TFFdoc: una selezione di film documentari completamente dedicata al concetto di “desiderio”. Un focus che parte dall’etimologia del verbo “desiderare” (in latino “fissare attentamente le stelle”) nello spazio tra “de” e “siderare”, tra il guardare le stelle e l’assenza di stelle dal cielo che si sta guardando. Ed è proprio sull’ideale “volta celeste” dello schermo che proiettati i film scelti, a partire da un assassinio: quello che De Sade fa del desiderio nel film di Albert Serra, “Liberté”. La realizzazione del desiderio elimina quello spazio tra prefisso e suffisso che permette alla libertà di esistere. In quello spazio, su quello schermo, agiranno durante il Torino Film Festival la determinazione capace di travolgere i generi di “Indianara”, diretto da Aude Chevalier-Beaumel e Marcelo Barbosa; gli sguardi curiosi, surreali e insolenti di “Delphine et Carole, Insoumuses”, diretto da Callisto McNulty; i canti d’amore degli uomini di “Lonely Rivers”, diretto da Mauro Herce e dell’asino Yoda negli “Holy Days” di Narimane Mari; la tensione verso un’Europa che non è mai esistita in “Heimat ist ein raum aus zeit”, diretto da Thomas Heise; il desiderio infinito di fidarsi dell’Altro che pervade “Mi sono innamorato di Pippa Bacca”, firmato Simone Manetti.

Sarà Lorenzo Ventavoli, figura di riferimento del cinema subalpino da più di sessant’anni, a venir insignito del diciottesimo Premio Maria Adriana Prolo alla carriera. Storico esercente, presidente del Museo Nazionale del Cinema, fondatore del Cinema Giovani, divenuto poi Torino Film Festival, distributore, produttore, sceneggiatore e interprete, Ventavoli ritirerà il riconoscimento, istituito dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema, sabato 23 novembre alle ore 15 presso la Sala Soldati del Cinema Massimo.

Infine, mercoledì 27, il Gran Premio Torino sarà consegnato all’attrice Barbara Steele, prima della proiezione di “La maschera del demonio” di Mario Bava al Cinema Massimo. Diva nera senza tempo, la “Signora della Notte” fa da ancella alla retrospettiva del TFF “Si può fare!” interamente dedicata al genere: un lungo excursus nella storia dell’horror, dal “Gabinetto del dottor Caligari” agli zombie moderni, con una ricchissima offerta di ben 36 titoli di culto.

Ulteriori informazioni e il programma completo sono disponibili sul sito: www.torinofilmfest.org/it 

Manuela Marascio

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