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chivassoggi.it | 16 febbraio 2019, 18:52

Tareke racconta la sua storia: "Per arrivare in Italia ci ho messo quattro anni"

Originario dell'Eritrea, oggi aiuta i richiedenti asilo e cerca di far comprendere quanto è importante l'integrazione

foto di Silvio Pugliano

foto di Silvio Pugliano

Quando ha deciso di lasciare la sua terra alla ricerca di un mondo migliore aveva solamente 17 anni. E tanti sogni da realizzare. Non immaginava nemmeno che per arrivare in Italia ci avrebbe impiegato quattro lunghissimi anni. Eppure è successo per davvero.

E' questa la storia, di Tareke Brahne, eritreo oggi mediatore culturale nonchè presidente del comitato "3 Ottobre", nato dopo il grande naufragio avvenuto proprio in 3 ottobre del 2013 a pochi chilometri da Lampedusa.

Giovedì scorso, 14 febbraio, era nei locali della biblioteca civica Movimente. Di fronte ad una folla grande così ha deciso di raccontare le vicende che lo hanno segnato per sempre. E che lo hanno fatto diventare l'uomo che è oggi. 

Quattro anni trascorsi tra il Sudan e la Libia, giorni e giorni passati nel carcere di Gheddafi, poi, finalmente lo sbarco in Sicilia nel 2005. 

Da allora, Tareke ha consacrato la sua vita ad aiutare le persone che hanno vissuto la stessa sua esperienza e partecipa ad eventi per far comprendere l'importanza dell'integrazione. 

a.g.

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